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La Corsica in moto

La recensione di un viaggio che feci nel 2004 assieme ai miei amici Miguel e Ringhio. E' stata la mia prima vacanza in moto, e la Corsica mi e' sembrata la meta ideale per cominciare. Siamo partiti in 3 la mattina del 8 Agosto: Ringhio a bordo della sua fiammante honda Hornet, Miguel con il suo BMW F 650 ed io, con la mia honda Dominator 650 del '93. Il nostro progetto di viaggio era visitare un po' tutta l'isola,non facile avendo una sola settimana a disposizione, ed essendo per tuti la prima volta in Corsica abbiamo preferito prenotare dall'Italia gli alberghi. Primo giorno: Bastia. Siamo sbarcati alle 17. Abbiamo perso un po' di tempo gironzolando nei dintorni del porto dei traghetti, prima di accorgerci che Bastia c'era anche la cittadella vecchia, con il suggestivo porto. L'hotel era il Bonaparte, accogliente e pulito, con il pregio di avere il garage interno per le moto. Secondo giorno: Bastia - Osani. Osani si trova nel golfo di Porto, pertanto una tappa piuttosto lunghetta, considerando che abbiamo "circumnavigato" il "dito",ovvero la parte della corsica che da' verso la Liguria, con in cima Cap Corse. Tappa alla spiaggia del Tamarone (mah.. che strano nome), spiaggia sabbiosa ma con acqua limpida. Poco frequentata perche' raggiungibile dopo qualche km di strada sterrata. Pranzo a Centuri, porticciolo di pescatori dove ovviamente si mangia un pesce (da evitare la zuppa di pesce nel caso si sia intolleranti all'aglio). Lungo il "dito" la strada era molto piacevole, con un buon asfalto e curve poco impegnative, l'ideali per viaggiare con calma e gustarsi il panorama. Indimenticabile e' la spiaggia di Nonza: una spiaggia nera che vista dall'altro e' estremamente suggestiva. Passaggio veloce per S.Florent in direzione Calvi. Poco fuori il la citta' inizia il deserto des Agriates, che pero' abbiamo visto marginalmente, passando a sud. Da Calvi ad Osani, passando lungo la costa, e' stato il tragitto piu' suggestivo della vacanza, forse perche' l'abbiam fatto verso il tramonto, con il sole che rendeva pertanto di un rosso ancor piu' acceso le montagne di granito rosso. Suggestivo perche' per gran parte del tragitto eravamo praticamente solo noi tre. Il praticamente indica che abbiamo avuto compagnia nella parte finale del viaggio, quando ormai buio, siamo arrivati nei pressi di Osani: infatti e' capitato spesso che mucche allo stato brado si divertissero a stazionare nel bel mezzo della strada, rendendo abbastanza pericoloso il viaggio, soprattutto quando si trovavano dietro una curva. L'arrivo ad Osani: notte fonda (le 22:00), in questo paesino di una 70 di anime. Stanchi dopo tanta strada, ed un asfalto pessimo per i miei compagni di viaggio, ma divertentissimo per le doti da enduro della mia due ruote, ci siamo ritirati subito in camera. Per essere pronti per la tappa successiva: Terzo giorno: Il golfo di Porto. Dopo la tirata della notte precedente abbiamo potuto riposarci, visto che la tappa prevedeva solo i 22 Km che separano Osani da Porto, situato sull'omonimo golfo, patrimonio dell' UNESCO. Pochi km, come ho gia' detto, ma con un panorama da mozzafiato, date le baie e le insenature che si stagliano su un mare decisamente blu. Nei dintorni di Porto vale la pena visitare les Calanches, ovvero formazioni rocciose che per l'erosione hanno assunto forme di animali. Merita una visita anche la spiaggia di "Ans des Ficaroles", un ansa raggiungibile a piedi o dal mare che, visto il mare color smeraldo, merita decisamente qualche sforzo in piu'. Quarto giorno: Porto- Corte - Ajaccio Sulla carta si presentava come la tappa piu' dura, tuttavia e' stata la piu' emozionante, visto che abbiamo attraversato scenari tra i piu' vari. Dopo circa 30 minuti dalla partenza,direzione Corte verso l'entroterra, non sembrava affatto di essere in Corsica; ci trovavamo ad attraversare un bosco e dopo poco in cima ad un valico, che nonostante fosse solo a 1500 m, dava una suggestione dolomitica. Prima di Corte, abbiamo attraversato la scala di S.Regina, ovvero un desolato ma suggestivo canyon. Arrivati a Corte abbiamo fatto una deviazione verso la vallata della Restonica, dove sembrava di essere tornati nelle dolomiti. Ritornati a Corte, ci siamo diretti verso Ajaccio, lungo una strada larga, con curve veloci ed un ottimo asfalto per la gioia di Ringhio e della sua Hornet. Quinto Giorno: Ajaccio-Sartene Abbiamo considerato Ajaccio solo come tappa di ristoro, e pertanto non abbiamo visitato piu' di tanto la citta' , e ci siamo diretti presto verso Sartene. Come percorso abbiamo scelto quello piu' motociclistico, ovvero lungo l'entroterra alla ricerca di tornanti e curve secche che non si sono fatte desiderare. Lungo il percorso vorrei segnalare il sito archeologico di Filitosa. Si tratta di un insediamento neolitico che mostra tracce di occupazione continua dal 6000 AC all'eta' del bronzo (1800 AC), come testimoniano i numerosi menhir. Giunti a Sartene abbiamo potuto ammirare questa cittadella medievale, costruita in cima ad un monte, una sorta di acropoli di granito. Sesto giorno: Sartene - Bonifacio - Ghisonaccia. Abbiamo dedicato questa giornata all relax in spiaggia ed abbiamo puntato decisi verso spiaggia de la Rondinara. Prima pero' abbiamo fatto tappa a Bonifiacio, una delle citta' principali della Corsica. Appena si arriva in citta' si puo' ben capire perche' era chiamata "la citta' imprendibile": arroccata su un promontorio, domina il mare da posizione strategica ed ora lascia ai turisti un panorama mozzafiato su una sorta di fiordo. Alla spiaggia de "la rondinara" abbiamo assistito ad uno spettacolo curioso: prima abbiamo letto un cartello di pericolo per animali vaganti, poi abbiamo visto una mucca allo stato brado, che passeggiava tra i bagnanti, annusando borse e zaini. Anche lei aveva diritto a prendere il sole su quella spiaggia bianchissima. Dopo tali momenti emozionanti siamo partiti alla volta di Ghisonaccia, verso nord, lungo la costa orientale. Ghisonaccia e' un piccolo paesello in riva al mare. Non ci ha colpito tanto, forse perche' gia' sazi di tutto quanto avevamo gia' visti. Settimo giorno: Ghisonaccia - Corte. Dopo un salto al mare, abbiamo puntato verso Corte, quella che un tempo era capitale della Corsica, nel breve periodo della sua indipendenza. Centro geografico dell'isola, secondo me e' il posto ideale da campo base per le escursioni, vista la vicina valle della Restonica, nonche' delle pendici del monte Cinto. Ottavo ed ultimo giorno Corte - Bastia - Italia. Infine stanchi per le fatiche dei giorni precedenti, ma soddisfatti per il viaggio sin li' intrapreso, ci siamo diretti verso Bastia ultima tappa del nostro viaggio in terra corsa. Riflessioni: E' stato un viaggio indimenticabile, in cui abbiamo visto paesaggi e panorami tra i piu' diversi tra loro. Mare (stupendo), monti, cittadelle caratteristiche (Bastia, Sartene, Corte), archeologia (Filitosa) mi hanno dato innumerevoli emozioni. Abbiamo percorso circa 1500 Km, di cui 1200 Km in terra corsa, senza mai avere problemi se non quelli di fare carburante, visto che possono passare anche 100 Km senza vedere un benzinaio. La ritengo la meta ideale per gli amanti del turismo in moto: e' facilmente raggiungibile (4 ore di traghetto da livorno), e possiede percorsi adatti a tutti i tipi di moto, sebbene con stradali pure si potrebbe perdere il gusto di arrivare in certe spiaggie raggiungibili solo da sterrati. Costo: 7 notti in alberghi a 3 stelle, con prima colazione,ci sono costati 564 € a testa, comprensivi delle spese di imbarco.

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Assioma: non siamo noi che scegliamo i libri, ma sono loro che scelgono noi… a volte e' la copertina suadente, a volte bastano poche parole scritte in un fucsia su sfondo oro: "Se il Sole Muore"… Appena ho visto quell'accostamento di colori, che mai avrei definito possibile , ho preso in mano il libro ed ho guardato il retro: una foto in bianco e nero di Oriana Fallaci. Sotto la foto, dove la scrittrice è ritratta con una sigaretta in mano, con buona pace di Girolamo Sirchia, ci sono due frasi tratte dal "New Yorker" e da "Il Mondo". Quest' ultima mi ha colpito in particolar modo:"E' il resoconto, minuzioso e crudele, d'un viaggio, d'un periodo trascorso fra gli astronauti americani, assistendo al loro lavoro, ai loro esperimenti, all'insorgere delle speranze, al cadere delle illusioni…". Mi sono rivisto in quella frase, non perché io sia mai stato astronauta, né perché abbia mai avuto possibilità di esserlo, più ch